Sofferenze e Liberazione

La sofferenza sta dilagando su tutti i fronti.

La salute e gli ospedali stanno soffrendo le malattie e la malasanita’…

La natura sta soffrendo, si comporta in modo strano e minaccia cataclismi…

L’economia e la finanza stanno soffrendo per le insolvenze, le minori entrate e la caduta della fiducia…

Soffrono le banche, soffre la borsa, soffrono i bilanci, soffrono anche gli speculatori….

Soffrono per i tagli la cultura, la scuola, la ricerca…

Stanno soffrendo le aziende per la competitivita’ del mercato che le esclude, per il calo del fatturato, per il credito contratto, per la depressione e lo sconforto degli imprenditori…

Soffre il commercio che non vende con  il calo dei consumi…

La gente sta soffrendo per la mancanza di lavoro, di soldi e di futuro. Soffre di rabbia, di delusione, di paure indotte mediaticamente, del terrorismo, delle violenze nelle strade, della follia che potrebbe trasformare i vicini,  o persino le persone di famiglia, in mostri omicidi e stupratori…

La democrazia e le istituzioni stanno soffrendo per gli scandali e le verita’ svelate, per la competizione tra i partiti in continua metamorfosi, per l’ego degli oligarchi in conflitto tra di loro per decidere chi deve governare… e cosa? La crisi terminale?

E cos’altro? C’e qualcuno che vede segnali di una possibile vera ripresa del sistema dei sistemi in cui siamo organizzati e intrappolati?

2012… non dobbiamo aspettarci l’asteroide o la venuta dei marziani… sara’ la fine di un vecchio mondo, la fine di vecchi schemi mentali, di istituzioni obsolete, la fine dei falsi valori dell’ego vorace, dello sfruttamento dei piu’ deboli, la fine di insane abitudini mentali… una vera liberazione!

Non morira’ il pianeta, e neppure l’umanita’, morira’ solo l’idea che ci eravamo fatti dello sviluppo, della crescita, del successo, del benessere e del  potere e nuove idee, nuovi valori, nuovi personaggi  emergeranno e rapidamente sostituiranno i vecchi,  ormai sepolti dalle loro macerie.  

Sta  gia’ succedendo… piano piano, giorno per giorno, su tutti i fronti, e va bene, va bene. E’ bene che succeda… e’ ora di finirla con le sofferenze, non se ne puo’ piu’.

C’e’ solo da guardare nel futuro senza paura, ma con l’eccitazione di vivere il  momento magico di una trasformazione globale della coscienza dell’umanita’. L’alterglobal, il mondo migliore possibile, il mondo di “Imagine”, dell’Eta’ dell’Acquario, il mondo unito, in pace , la natura risanata, lo stile di vita allineato con la coscienza, l’autonomia e l’indipendenza delle comunita’,  la solidarieta’ e la cooperazione sono gia’ attivi,  attivati e in crescita…

Non sono piu’ un’utopia, un sogno o una visione… stanno diventando una realta’.

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Agire Localmente Pensando Globalmente

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. A designare questa data è stata nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, invitando i Governi, le istituzioni locali, le organizzazioni internazionali a organizzare in quel giorno iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema molto più esteso di quanto non si pensi.

 Dato che sono effettivamente tante le notizie di cronaca che riportano violenze domestiche e drammi familiari di donne aggredite, e a volte assassinate, da mariti che non accettano separazioni e allontanamenti, ho pensato di fare qualcosa che fosse utile a prevenire questi episodi nella comunita’ locale dove risiedo.

Vivo da solo in un appartamento di cui non utilizzo un paio di stanze e  le metto a disposizione per ospitare mariti separati, allontanati ed esasperati per via che devono lasciare  i figli, la casa e cercarsi un posto per aspettare, o la decisione di un giudice, o che le cose si rimettano a posto.

E’ una situazione difficile, non solo emotivamente, ma anche economicamente… ci sono molti casi  in cui il marito allontanato deve pagare il mutuo della casa, passare gli alimenti per i figli e pagare le spese della sua sopravvivenza fuori casa e, spesso, facendo i conti, non ce la fa ad affittare un appartamento ammobiliato o una camera in albergo e non puo’ neppure tornare a casa dai suoi che vivono magari lontano dal suo posto di lavoro.

Per casi del genere, sarebbe opportuno che la comunita’ mettesse a disposizione degli alloggi temporanei, a basso costo, un residence ‘rifugio’ dove superare il momento di emergenza e prevenire l’esasperazione.

In altre comunita’ europee e americane, si sono anche organizzati gruppi di sostegno, di ‘auto-aiuto’ dove, parlando tra di loro della loro esperienza, i mariti allontanati trovano solidarieta’ e comprensione e, a volte, comprendono le cause e i possibili rimedi per ricuperare il rapporto familiare.

Per cui, venendo al punto, se conoscete qualcuno che si trova in questa difficolta’nella zona della  Valsesia, segnalate l’opportunita’ che offro e dategli  la mia email.

Mi auguro che nessuno si trovi in quella difficile situazione, ma se invece i casi fossero diversi e numerosi, come dicono le statistiche e i sondaggi, se vi trovate nella mia situazione (avete spazio e disponibilita’ umana e magari volete dividere le spese di affitto e di bollette) contattatemi e magari mettiamo in piedi una rete di accoglienza e solidarieta’ nella comunita’ che sara’ di esempio per altre comunita’ che vivono lo stesso problema.

Se chi legge non vive in Valsesia ma in un’altra zona,  e gli piace l’idea,  sia libero di farla sua e sara’ un  autonomo ‘costruttore di pace’ , nella sua comunita’.

Riccardo Gramegna        sendmymailto01@gmail.com

Dal 1985 coordinatore per l’Europa della Gandhi In Action International –  www.gandhiinaction.ning.com 

Nel 1986, Anno Internazionale della Pace, ha organizzato in Valsesia una Marcia per la Vita in Pace nella comunita’ locale. Non si chiedeva infatti il disarmo o la fine di una guerra, ma si chiedeva ai Valligiani di far la pace tra di loro, di adottare uno stile di vita non-violento e contribuire cosi’ alla pace del mondo.

Alla marcia parteciparono, oltre ai  moltissimi residenti, 30 rappresentanti di organizzazioni non-violente indiane e vari attivisti da tutta Europa. Ogni anno, da allora, sono state organizzate ‘feste comunitarie della pace’ in varie localita’ della valle per ricordare la marcia e il suo messaggio.

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Il Veneto allagato chiede liquidita’

Dopo essere stati ingiustamente ignorati dai media e dai politici, i Veneti incazzati aspettano gli aiuti e i contributi che sono stati promessi da Bossi e Berlusconi.

Se I soldi non arrivano in Veneto, e le aziende venete non ce la fanno a riaprire e se si arrendono alla disgrazia, cesseranno i versamenti dei contributi e delle tasse… una bella botta per le entrate dello stato…

Se poi anche gli imprenditori, gli impiegati, gli operai e gli immigrati, i commercianti e i semplici cittadini alluvionati si rifiuteranno in massa di pagare le tasse a Roma, …. un’altra bella botta per le casse dello stato.

Per cui, i soldi arriveranno in Veneto, certo molto meno delle necessita’, ma questo dirottamento di risorse insufficienti causera’ si’ un effetto sedativo sui potenziali insurrezionisti leghisti  ma,  dato che la coperta e’ corta, scatenera’ altre proteste e frustrazioni per altri destinatari di fondi pubblici promessi, e non risolvera’ i problemi del nordest alluvionato che, passato l’effetto placebo dei 300 milioni, andra’ comunque in astinenza di liquidita’ e, secco come un pagliaio, rischiera’ di prendere fuoco.

Nel frattempo, tra rifiuti ed immigrati, le rivolte popolari accendono falo’ e attizzano la resistenza nonviolenta e il confronto con le assenze delle istituzioni, presenti solo in tenuta antisommossa.

Sembra proprio che non ci sia rimedio al presente incasinamento della repubblica, tra tagli di fondi che non entrano,  poltrone che vacillano e proteste ormai diffuse….

E allora? Che fare? Da semplice cittadino (non sono ministro, parlamentare, governatore o presidente) mi domando…. Devo aspettare? Cercare di capire? Sperare? Cosa? Non sono partigiano di nessuno degli oligarchi che hanno messo il loro nome al posto di quello del  partito, e neppure sono tifoso di qualcuno degli emergenti. Sono piuttosto per il partito del ‘non-voto’… non voto infatti dal ’91. Non sono qualunquista, ma sono un dissidente, un libero pensatore che ha nel cuore il benessere di tutti e non si riconosce in nessuno dei contendenti.

Io seguo la politica dal 1973…  ed ho anche partecipato, quando ero giovane ed idealista, con entusiasmo e ottimismo, ma quando ho capito le regole del gioco, ho lasciato la poltrona e il tavolo e son tornato a mettere le mani nella terra e a coltivare i semi di un sistema giusto.

Beh… cosa fare in questa situazione? Innanzitutto non incazzarsi… c’e gia’tanta incazzatura in giro  che minaccia di diventare un’ energia molto distruttiva e  io non voglio unire la mia negativita’ a quella dei tanti che non riescono a dominarla. La rabbia non serve a nulla…  si e’ vero, se urli, ti fa star meglio, ma la rabbia espressa fisicamente, e’ controproducente. La violenza chiama violenza e, in ogni guerra o guerriglia,  nessuno esce vincitore, ma tutti perdono qualcosa.

Allora? Pazienza… ci vuole pazienza, pazienza  e consapevolezza che il presente e’ gia’ passato e il futuro e’ aperto, …  allora l’energia dell’incazzatura si trasforma nel coraggio dell’azione giusta, dettata dalla coscienza e non dalla rabbia e dalla frustrazione.

Quando un sistema ha finito il suo ciclo e se ne apre un altro, importante e’ contribuire costruttivamente, creativamente… mentre il vecchio sta morendo, il nuovo ha bisogno di gente nuova con idee nuove.

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Frane e Fango

Le notizie di questi giorni, di frane e allagamenti che stanno facendo affondare nel fango molte comunita’ della povera Italia ci mette di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico mondiale.

Stiamo constatando che l’ignoranza e la (comprensibilmente) scarsa coscienza  creano opere che, col passare del tempo, si rivelano disastri.

L’attualita’ delle frane e del dissesto idrogeologico nazionale ci offre lo spunto per  una riflessione.

Ci sono case, villaggi, aree industriali, e perfino centrali nucleari,  che sono state costruite con conoscenza e coscienza molto limitate. Pensiamo a tutti gli anni della ricostruzione dopoguerra, gli anni del miracolo italiano, gli anni degli appalti con tangenti, fino ad arrivare ai giorni scorsi…

I geologi erano pochi e si occupavano soprattutto di ricerca di giacimenti di risorse da sfruttare. I sindaci si occupavano di  fare opere che portassero visibilita’,soldi e consenso. I politici erano in competizione per consolidare le loro reti di potere e clientela. La gente approfittava delle opportunita’ e costruiva con o senza licenze rilasciate da uffici tecnici incompetenti sui problemi idrogelogici. Per non parlare degli enti finanziari pubblici o bancari che non richiedevano il benestare di un geologo prima di concedere i mutui, e la frammentazione delle competenze e responsabilita’ divise tra stato e ministeri, regioni, province, comuni, e relativi  assessorati.

In somma, e’ difficile trovare un responsabile da lapidare per aver creato il dissesto che vediamo…  la responsabilita’ e’ diffusa e ce ne stiamo rendendo conto con sgomento.

Tutte le volte che mi trovo a svolgere un argomento, mi rendo conto che, al lettore incazzato, possa sembrare come un invito alla rassegnazione, ma non e’ quella la mia intenzione. Cio’ che voglio rappresentare e’ una chiave di lettura  che favorisca la solidarieta’ e la cooperazione.

Per affrontare le emergenze diffuse che si preparano, non serve cercare colpevoli per condannarli, ma prepararsi al peggio che ci aspetta, con la collaborazione di tutti. I potenziali indagati sono troppi e invece di collaborare, cercherebbero di scaricare i barili, come scaricano i rifiuti, intervenendo con la protezione civile, i militari e i poliziotti in tenuta antisommossa.

Il perdono libera tutti e tutti dobbiamo perdonare noi stessi per l’ignoranza e la scarsa coscienza nostra e delle generazioni che andiamo a trovare al cimitero.

Solo cosi’ potremo ‘risanare’ insieme  il territorio e il clima sociale di un popolo che deve affrontare, in emergenza, cosi’ tante situazioni ,critiche e precarie, contemporaneamente.

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Illegalita’ dei legislatori

Legislatori che violano le leggi che loro stessi hanno creato…

Tangentopoli, il terremoto che ha demolito il sistema della prima repubblica, si e’ basato principalmente su una legge sola. Il finanziamento illegale ai partiti e’ stato il fulcro delle indagini, degli scandali, dei drammi di politici e dei loro finanziatori. Una sola legge,  una sola scossa  di un  terremoto politico che ha travolto e distrutto molti dei palazzi del potere e ha fatto vittime importanti.

Ma quante leggi sono ‘vigenti’ nel nostro sistema …legalita’? Sono tante, tantissime e nemmeno gli avvocati sono sempre aggiornati  ai continui cambiamenti delle regole del gioco sociale. Per cui siamo gia’ tutti colpevoli dell’ignoranza (che non e’ ammessa dalla legge) e quindi, in qualche modo, che lo sappiamo o no, che lo vogliamo o no, stiamo violando una qualche norma, siamo inadempienti di una qualche obbligazione. Siamo dunque quasi tutti dei  ‘fuori legge’, non ‘a norma’, sanzionabili, sicuramente indagabili e condannabili a pagare con i soldi o la liberta’.

Possiamo scandalizzarci per i legislatori che non osservano le leggi? Per i governanti che usano il potere per i loro interessi? Per i politici che per essere eletti e avere posti di potere e di portafoglio fanno accordi con una o piu’ delle mafie che gli forniscono la coca, le donne, i pacchi di soldi che servono nelle campagne elettorali?

No, lo scandalo  e’ che siamo il popolo sovrano ridotto in servile schiavitu’ da in’idea, lo stato nazionale, la repubblica italiana, lo ‘stato’  concepito dai partigiani messi al potere dagli americani dopo la caduta del regime fascista e la sconfitta nella guerra.

Quegli uomini, i padri costituenti della Repubblica Italiana, con la guida dei vincitori, hanno scritto la Costituzione, il centro dell’attuale dibattito. Erano reduci da una guerra civile, combattuta con la guerriglia della resistenza, erano coloro che, ricercati come guerriglieri o terroristi, venivano giustiziati o deportati. Uomini  traumatizzati che hanno fatto del loro meglio per scrivere le regole fondamentali.

Poi,  hanno cominciato a cambiare alcune leggi del regime passato e ne hanno fatte delle nuove e poi… altre ad altre ancora… non hanno ancora smesso la loro produttivita’, anzi  col potere dato alle regioni di fare leggi regionali, il gioco della vita e’ diventato cosi’ complesso e regolato da essere asfissiante e stressante.

Non e’ questione di giudicarli… i costituenti  erano quelli che erano e hanno fatto quello che hanno potuto. I politici che si sono succeduti nelle varie legislature e hanno contribuito, collaborato, per complicare la vita al popolo, per costringerlo a pagare i costi dei loro privilegi e ad obbedire  disciplinatamente alle norme di volta in volta emanate, erano quello che erano e il popolo li aveva votati, delegati.

Solo che il popolo aveva altre aspettative…  Anche il popolo usciva traumatizzato e sconfitto da una guerra mondiale,  dilaniato da una guerriglia civile, ferito  dalla distruzione di tutto quello che era ‘prima’ e cui si era  ‘conformato’…  Arreso alla sconfitta, si sentiva sollevato dalla fine della guerra, del regime, di quel vecchio mondo che aveva vissuto con molta sofferenza. Allora il popolo ha celebrato la liberazione! Si e’ tirato su le maniche,  si e’ drogato di piano Marshall… e boom… miracolo italiano!  No, anche il popolo non puo’ essere giudicato… era quello che era e ha fatto quello che ha potuto.

Quando e’ partita la scossa su tangentopoli, l’impatto e’ stato forte, ma il sistema ‘repubblica’ ha tenuto. Qualcosa e’ crollato, qualcuno e’ sparito, ma la ricostruzione dei palazzi e la sostituzione degli uomini e’ stata rapida. Ricordo che fu’ tentato di dichiarare finita la ‘prima repubblica’ e di costituire la ‘seconda repubblica’… ci furono commissioni delegate, ‘bicamerali’, ma non fu mai trovato un accordo… fallite tutte.

Per cui, e’ bastato dire e far dire in televisione  che la ‘seconda repubblica’ era una nuova realta’…. E tutti l’hanno bevuta. No signori, mi dispiace, ma siamo ancora servi della stessa repubblica di prima, la ‘prima’.

E allora? E adesso? Siamo in mezzo ad un lungo terremoto. Le scosse di calciopoli, vallettopoli, erano di media intensita’, tutte le altre, anche recenti, (borsa, banche, crak finanziari, cocaina, escort e trans’, corruzioni varie, complicita’ diffuse, P3, e cosi’ via) hanno aperto crepe e crateri che si sono inghiottiti tutta la fiducia del popolo che ora, sente e soffre la precarieta’ di tutto.

Terremotato e traumatizzato il popolo e’ in attesa… standby.   Segue con sgomento le notizie, assiste sconcertato agli scontri ed ai litigi tra coloro che, invece di governare e di trovare soluzioni ai problemi del popolo,  si smerdano a vicenda con insulti e scomode verita’.

Adesso e’ partita, con epicentro proprio sotto i palazzi del potere, la scossa della collusione con… la mafia? le mafie? camorra? ndrangheta e trallallalla’? Il Governo che si vanta per gli arresti e le azioni di contrasto alla delinquenza organizzata? Si sa’ l’opinione pubblica fa di ogni erba un fascio… mafia e’ una parola che le comprende tutte… ma si sa anche che queste organizzazioni sono tante, diverse, con controllo di territori definiti e con diverse attivita’ predominanti. Sono composte di famiglie, gruppi che spesso sono in competizione e entrano in conflitto tra di loro.

Quando lo stato, il governo  interferisce, arrestando i leader di una cosca, di una famiglia, di un gruppo, da’  un colpo alla ‘mafia’, ma eliminando un gruppo mafioso, favorisce un altro… sconfigge una famiglia che dava fastidio alla famiglia ‘amica’ dei politici, ripulisce un territorio, cosi’ che il gruppo con cui e’ colluso, lo possa occupare…  andiamo… non siamo mica ingenui…

La scossa della questione mafia sara’ dunque tosta e di lunga durata e non si potra’ fermare…  per cui?

“Non abbiate paura” diceva il papa polacco… e in effetti, che paura c’e’? Questo ‘sistema’ in crisi di stabilita’, il sistema  ‘prima repubblica’  non ci da’ felicita’, benessere, salute e serenita’… ci da’ ansia, insicurezza e malattie,  ci sfrutta e ci intimidisce, ci scandalizza e ci fa incazzare, ci opprime e ci limita la liberta’… e abbiamo paura che crolli? Che finisca? Siamo diventati matti?

Il problema e’ che non abbiamo l’idea di ‘alternative possibili’… nella cultura popolare e’  radicata l’idea che questo sistema di ‘stato’ repubblicano, democrazia rappresentativa, bicamerale, partitocratica, bilpolare, oligarchica, con tutto quello che ne consegue, non abbia alternative possibili se non la secessione, o la ‘dittatura’ fascistoide o il regime comunistoide, o il caos anarcoide, la legge della giungla. Questo e’ quello che ci blocca e che trascina l’agonia del ‘vecchio’ per tempi lunghi e lunghe sofferenze.

Ma le alternative ci sono, sono praticabili, sostenibili ed anche prevedibili.

Non penso che ci sia un forte attaccamento allo stato, neppure da parte dei dipendenti. E’ una questione di abitudine, un dogma inconfutabile. Lo stato e l’unita’ nazionale, l’inno e la bandiera, i palazzi e i presidenti, i bilanci con le tasse, sono sacri valori inconfutabili… cosi’ si insegna a scuola nell’educazione civica.

Per cui, se metti in discussione lo stato centralista, vieni subito preso per un anarchico o un leghista…

Io mi sento essere umano, cittadino del mondo e ho accettato l’idea di considerarmi  un cittadino comunitario di uno stato federale europeo ma di quale Europa?

L’Europa degli stati? Gli Stati Uniti d’Europa? Vogliamo che lo stato federale europeo sia un’unione di stati nazionali? Possiamo immaginare un’Unione delle Comunita’ Europee, mettendo nel  ‘passato’ e nella storia gli stati nazionali?

E’ qui che dobbiamo ragionare. Piuttosto che pensare a salvare la repubblica, pensiamo a come ci si puo’ organizzare in Europa,  in modo nuovo e diverso.

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Quale Europa nel nostro futuro?

Nella cultura dei cittadini dei vari paesi dell’area euro si sta preparando una fase di difficile adattamento all’idea di una nuova nazionalita’ e sara’ una rivoluzione culturale paragonabile al cambiamento della lira in euro.

La Convenzione Europea presieduta da Giscard D’Estaing ha preparato la carta della Costituzione Europea,  per altro gia’  bocciata ai referendum di alcuni paesi, non per antieuropeismo, ma perche’ frutto di compromessi tra gli interessi degli stati nazionali.

Il tentativo di formare l’Europa degli stati, mantenendo le istituzioni e burocrazie nazionali non piace ai cittadini europei. 

Il Trattato di Maastricht ha istituito la cittadinanza europea, ma ancora non ci sono le istituzioni che emettano carte di identita’ e passaporti europei, per cui si puo’ dire che siamo in un regime (transitorio) di doppia cittadinanza.

Siamo ancora cittadini italiani, cittadini dello stato della prima repubblica italiana (mai davvero riformata) e siamo residenti in un comune, in una provincia, in una regione (le autonomie locali con poca autonomia stabilite dalla costituzione italiana),  ma siamo gia’ anche cittadini europei, cittadini di uno stato federale europeo ancora in cantiere.

I leader politici, interessati a mantenere i loro privilegi e poteri e quindi alla sopravvivenza dei loro sistemi nazionali, stanno lavorando sull’ipotesi degli “Stati Uniti d’Europa”… altri (autonomisti secessionisti) lavorano ad ipotesi di una federazione di stati piu’ piccoli, macro-regioni basate sulle etnie, sulle omogeneita’ culturali, religiose o economiche… si dice ancora che saranno le Regioni europee a federarsi dopo aver svuotato gli stati nazionali con la devolution…

Ci sono tante ipotesi diverse, ma nessuno ha  ancora una chiara visione del futuro. Il dibattito e’ aperto e sara’ sempre piu’ di attualita’ mano a mano che si avvicinera’ il tempo delle decisioni e delle ratifiche.

In ogni caso, occorreranno riforme profonde, in tutti i paesi, a livello istituzionale, riforme che cambieranno lo scenario politico, amministrativo e sociale di tutti. Dovremo imparare a muoverci in ambiti diversi, con istituzioni nuove e nuove regole del gioco.

E’ comunque certo che le autonomie locali europee saranno diverse da quelle di oggi  ed avranno competenze decisionali e gestionali molto piu’ ampie di quelle dei comuni, comunita’ montane e province.

Al fine di facilitare localmente il processo di adeguamento culturale all’integrazione europea, si e’ costituita in Valsesia la ”Libera Associazione dei Cittadini Europei”, il cui scopo e’ quello di aprire un dibattito locale sulle prospettive future dell’Unione delle Comunita’ Europee.

L’ipotesi che vuole avanzare e’ quella di una comunita’ europea formata dai cittadini che risiedono nel territorio dell’ex Comprensorio della Valsesia e Valsessera e che costituiscono il bacino di utenza dei servizi comunitari (sanita’, educazione, trasporti e viabilita’, socio assistenziale, ecc..) servizi che saranno progettati, decisi e gestiti direttamente dalla nuova Autonomia Locale a dimensione europea.

Per poter meglio comprendere, occorre immaginare l’accorpamento delle anagrafi dei Comuni (28 in Valsesia) in un’unica anagrafe comunitaria. Un’unica amministrazione, ad elezione diretta, che gestisca il patrimonio comunitario (oggi demanio dei vari livelli amministrativi dello stato) e i servizi pubblici ai cittadini residenti. I municipi attuali possono essere trasformati in uffici decentrati della Comunita’. Avremmo cosi’ due soli livelli di tasse e contributi.. uno locale riscosso direttamente dalla Comunita’ e uno federale per contribuire alle spese dello stato federale europeo.  

E’ un’ipotesi che metterebbe in pensione gli stati nazionali e le loro istituzioni, creando una rete federata di autonomie locali, “l’unione delle comunita’ europee”, con un parlamento europeo, un governo europeo che si occupi della politica internazionale e dei consolati e rappresentanze diplomatiche e che potrebbe riciclare le sedi  regionali attuali trasformandole in propri uffici decentrati al servizio delle Comunita’ locali. 

Questa ipotesi e’ stata presentata ai Valsesiani in varie occasioni tra il 2000 e il 2005 contemporaneamente alla distribuzione delle prime 1000 carte provvisorie di identita’ europea.

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Autonomia Locale Europea “Valli del Sesia”

Un progetto del coordinamento europeo della Gandhi In Action International sulle prospettive federaliste per l’unione politica dell’Europa. 

“Vorrei ogni villaggio autonomo e autosufficente come una repubblica” diceva Gandhi quando parlava dell’India post-indipendenza.

Il Mahatma era contrario alla secessione islamica del Pakisthan ed era contrario all’istituzione di una federazione di stati, ma aveva una visione basata sull’autonomia dei villaggi  (gramswaraj),  e pensava ad una federazione delle comunita’ locali, libere, autonome e organizzate in rete, in federazione, una nuova nazione.

Ai tempi di Gandhi non c’era ancora internet e il concetto di rete federale di autonomie locali era difficile da comprendere per i suoi contemporanei ma, oggi, ci e’ piu’ facile immaginare i cittadini del web collegati ad un ‘server’ locale e la rete dei server che collega tutti.

Per cui, nella ricerca di una variabile possibile all’Europa unita politicamente in federazione di stati nazionali, abbiamo cercato di tradurre in ‘europeo’ in disegno federalista di Gandhi.

Ne e’ nato un progetto sperimentale… costruire l’Europa dal basso. Se dall’alto cala solo l’ipotesi degli Stati Uniti d’Europa, dal basso facciamo partire l’Europa delle Comunita’.

Siamo cittadini europei? Si, da quando a Maastricht hanno firmato gli accordi sulla cittadinanza, la libera circolazione dei popoli e hanno abolito le frontiere.  Per cui, ci siamo detti…  dobbiamo cominciare ad entrare, con la mente, nei panni del cittadino europeo, comunitario.

Prima di tutto abbiamo creato un’associazione di fatto (non ci siamo ovviamente registrati a nessun ente del vecchio sistema nazionale), la Comunita’ Europea Valli del Sesia,  libera associazione dei cittadini europei residenti nelle Valli del Sesia…  ci siamo stampati 1000 (provvisorie) carte di identita’ europea,  e ci siamo distribuiti il documento di auto-riconoscimento della cittadinanza europea…  e di volontaria e libera adesione alla Comunita’.

Sono state diffuse tra  amici e conoscenti, che se la sono compilata in piena autonomia e la tengono nel portafoglio con la voglia di esibirla quando richiesti di un documento di identita’. Ovviamente non succede, perche’ si sa che siamo ancora molto Italiani e molto poco Europei.

Pero’, in queste valli montane, c’e’ una Comunita’ Europea di 1000 cittadini europei, con la consapevolezza che, se dovesse franare e crollare il sistema degli stati nazionali, l’alternativa possibile per l’Europa dei Popoli,  c’e’ …

L’autogoverno delle comunita’ europee  e la costituzione, tra di loro, di una federazione di autonomie locali, associate in spirito di cooperazione e scambio delle diversita’.

Questo e’ il  video della presentazione a Varallo Sesia, all’Alpaa 2005, della proposta di federalismo europeo basato sul principio del ‘gramswaraj’ di Gandhi.

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ILLUSI e DELUSI

Giochiamo un euro nella speranza di beccare il 6 o il 5 al superenalotto, e la speranza di diventare milionari in un momento, se baciati dalla dea fortuna, viene alimentata da rai e mediaset  con i loro spot nei telegiornali e i programmi di giochi che dispensano premi di  centinaia di migliaia di euro in un’ora di fortuna tra pacchi e indovinelli.

Non so che dire, ma se ci penso, provo pena. Non in senso spregiativo, per carita’, ma per realismo.

Un popolo che sembra arreso allo sfacelo e individualmente si aggrappa alla speranza che la fortuna lo prescelga e lo elegga tra i suoi favoriti, suscita pena. O piu’ che pena, e’ simpatia cio’ che sento… e anche un po’ di rabbia… non mia, ma sento la rabbia di tutti quelli che, delusi, buttano le loro speranze nel cestino… i numeri non sono usciti, le partite non sono andate come previsto, la rai non ha chiamato, il casting non mi ha preso, … sono tanti, troppi, quelli che fanno la fila al tabaccaio o negli studi degli  Xfactor della loro fantasia e accumulano le loro delusioni.

Poi il tg ci dice che un manager di una banca o di una multinazionale se ne va con 40 milioni di liquidazione, che uno che gioca… gioca al pallone, guadagna 2 milioni di euro al mese, una conduttrice come la …. come si chiama…. Quelli che il calcio… l’isola dei famosi… la Ventura… quanto prende a puntata per contratto?

E poi i politici… aiaiaiaiaiiii, stipendi, privilegi, mazzette e appartamenti, appalti e complotti, scandali e cosi’ via. Ma ci rendiamo conto dell’effetto che queste cose hanno nella mente della gente comune? Quelli che aspettano non i risultati delle partite, ma aspettano a pagare le bollette perche’ non hanno i soldi e hanno l’ansia per il taglio della fornitura?

l'immagine e' 'simbolica' ed e' ovvio che non e' un invito a farlo veramente (senza guardare se sotto passa qualcuno)

Ma quanto ci vuole ancora per una rivoluzione? Io sono un non-violento, nel senso che vorrei che l’incazzatura popolare non si sfogasse negli stadi o nelle piazze, ma nella gandhiana disobbedienza…. Smettiamo di scommettere, spegnamo la televisione, non andiamo piu’ a votare, togliamo i soldi dalle banche  e investiamo gli euro delle tasse nella sopravvivenza e nella nostra comunita’. Cadranno i governi, gli ascolti, le borse,  i montepremi  e che vadano tutti i fortunati, i privilegiati, i potenti ed i ‘famosi’… vadano tutti affanbicchiere!

La vita e’ nostra, quella reale, quella quotidiana, quella delle nostre famiglie…  smettiamo di inseguire la fortuna, le illusioni della televisione e riprendiamoci il potere di goderla, la vita, invece di sentirci delle merde nella merda con l’unica speranza di avere culo.

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